Oltre alla distruzione dei moli l'ufficiale tedesco aveva previsto la distruzione di alcune installazioni militari, un locale delle pompe, la stazione di carico per l'EKW, un faro, un impianto gru, un cantiere, un arsenale ed un deposito del legno ed inoltre l'impianto di cisterna che si trovava fuori di Ortona, prevedendo un ulteriore fabbisogno di munizioni di tonnellate 3,5 di esplosivo Pionier. In complessivo il fabbisogno di esplosivo richiesto per Ortona era di 28,1 tonnellate. Tale lavoro avrebbe richiesto molto tempo per essere messo in pratica e venne prevista l'esecuzione della collocazione di mine solo nelle ore notturne, per evitare il pericolo di incursioni aeree soprattutto nelle giornate di tempo bello.
Infatti il secondo documento, datato 14 ottobre 1943, e firmato dall'ufficiale Ia del Generalkommando LXXVI Panzerkorp, è il rapporto provvisorio aggiornato alla sera del 13 ottobre 1943 sulla distruzione dei porti adriatici; riguardo al Porto di Ortona si legge:
"Nell'area del porto furono fatti saltare il piccolo molo, tutte le condotte del petrolio delle pompe, 4 grandi navi, grande molo del porto fino ad 800 metri.
Circa 200 piccole e grandi navi fino a 200 BRT furono affondate nell'entrata del porto. Si calcola di terminare i lavori in circa 6 giorni".