I trabocchi oggi

Dall’immediato dopo guerra fino all’inizio del secondo millennio, i trabocchi hanno subìto un progressivo abbandono dovuto alla marcata emigrazione, alla trasformazione della economica del territorio con l’industrializzazione della Val di Sangro. Gli avvenimenti sociali degli anni ’60, hanno determinato il disuso delle strutture e una conseguente perdita di conoscenze di manutenzione e molti dei trabocchi documentati erano spariti o in decadenza.
I primi segnali di rinascita sono avvenuti a seguito di due eventi: Cala Lenta e il recupero del Trabocco di Capo Turchino a San Vito Chietino, quest’ultimo legato alla figura di Gabriele D’annunzio che all’interno del Trionfo della morte, romanzo del 1894, dedica diversi brani a quello che definisce "ragno colossale". A questi si è aggiunta la dismissione della ferrovia che ha reso disponibile le aree per realizzare una pista ciclabile, da considerare come un fascio infrastrutturale di tutta la costa, utile a riconnettere le emergenze storiche, ambientali, culturali, agricole costiere e retro costiere.
Oggi i trabocchi hanno perso la loro funzione originaria, quella della pesca di sussistenza da integrare con la produzione orticola. Alcuni di essi sono diventati ristoranti, adeguando le strutture alle nuove esigenze, modificando il senso di leggerezza tramandato nei secoli. Si assiste ad una trasformazione, governata da una Legge Regionale (n°13 /2009), che doveva essere accompagnata con una riflessione sulla nuova funzione.
Questo pericolo era già stato indicato e in quest’ottica e proprio per evitare la perdita di un patrimonio storico e tradizionale, la Regione Abruzzo emanò la legge n°33/1994, nella quale definisce i trabocchi "beni culturali primari" e considera da preservare "anche il loro intorno, compreso il tratto di mare che concorre a formare il quadro d’insieme". Il comparire delle palme, fa intuire che è da ricalibrare la traiettoria della valorizzazione, che incida nella cultura dell’intervento che possa indicare, dove ri-costruire, come ri-costruire, quali usi compatibili ecc. Il tema si presenta affascinante, e al limite del confronto tra tradizione e innovazione, senza obbligare il trabocco a piegarsi alle necessità "contemporanee" della solidità, della geometria edilizia. Il rischio è la banalizzazione e la perdita di competitività di tutto il territorio.

I trabocchi oggi

Torre Mucchia, 1924
Punta Lunga, 1925
Punta Picci, 1927
San Ciavocco, 1919
Scoglio delle Spigole, 1921
Saraceni, 1933, 1934
Punta Acquabella, 1867
Punta Acquabella, 1885
Punta della Mucchiola, 1880
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