La Riserva di Punta dell'Acquabella

La Riserva Naturale Punta dell’Acquabella, istituita con Legge Regionale n. 5 del 30 marzo 2007 "Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della Costa Teatina", è la più piccola riserva regionale con una superficie di circa 28 ettari, compresa in una stretta fascia di vegetazione, che inizia subito dopo il porto di Ortona e si conclude, a sud della sommità di Punta Acquabella. La riserva, è inserita nel Sistema delle Aree Protette della Costa Teatina, collegate funzionalmente attraverso il "corridoio verde", da realizzare sulle aree di sedime del tratto litoraneo del tracciato dismesso delle Ferrovie dello Stato.

La fauna

L’avifauna della riserva può essere distinta in due gruppi, le specie nidificanti e stazionari e quelle svernanti e di passo. Tra i nidificanti i piccoli uccelli insettivori tipici della macchia mediterranea come l’occhiocotto (Sylvia melanocephala) la capinera (Sylvia atricapilla) il canapino (Hippolais poliglotta), il gruccione (Merops apiaster) e il picchio verde (Picus viridis) che frequenta anche frutteti e campagne aperte. Sono presenti i rapaci diurni e notturni come il gheppio (Falco tinnunculus) la civetta (Athene noctua) e l’assiolo (Otus scops). Dal promontorio di Acquabella nel periodo delle migrazioni primaverili e autunnali è possibile osservare alcune specie che seguono la linea della battigia tra la terra e il mare, la rondine di mare (Sterna hirundo), il cormorano (Phalacrocorax carbo), la garzetta (Egretta garzetta). Altre specie più rare che frequentano sporadicamente i cieli della riserva sono il falco pellegrino (Falco peregrinus) il gabbiano roseo (Larus genei) misto ai gabbiani comuni e la berta maggiore (Calonectris diomedea) che nidifica nelle Isole Tremiti ma arriva fino al porto di Ortona durante le ore notturne in cerca di cibo. Si tratta di una specie marina tra le più importanti che nidificano nel mediterraneo classificata come “Vulnerabile” dalla Lista Rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione.

La flora

La costa di Ortona non è particolarmente ricca di vegetazione, anche se i boschetti di pino d'Aleppo della Riserva Punta dell’Acquabella raggiungono il mare fino alla vegetazione ripariale di valle, mentre all’interno, subito dopo i confini dell’area protetta, il paesaggio agrario dominante è quello dei coltivi con uliveti, frutteti e vigneti (trebbiano e montepulciano), ma anche con le suggestive e ordinate coltivazioni erbacee, con residui di filari e essenze arboree isolate nei confini di proprietà e piccoli orti, risultato di un rispettoso utilizzo agricolo.
La lontananza dalla battigia e la notevole pendenza della costa sono i fattori che selezionano la colonizzazione della flora. Nelle zone a minore pendenza non passa di certo inosservata per le splendide fioriture gialle la ginestra (Spartium junceum) e la liquirizia (Glycyrrhiza glabra). Nelle aree più interne della Riserva sono comuni la Salsapariglia (Smilax aspera) l’asparago (Asparagus acutifolium) e il profumato elicriso (Helichrysum italicum). Alla base della falesia crescono piante di estrema specializzazione rupicola, come il finocchio marino (Crithinum marittimum) e, in alcune nicchie riparate dal sole, si possono notare splendidi nuclei di capelvenere (Adiantum capillus-veneris).
Le altre riserve individuate per Legge Regionale sono: Marina di Vasto, Punta Aderci di Vasto, la Lecceta di Torino di Sangro, la Grotta delle farfalle e Ripari di Giobbe. Oltre queste è stato individuato anche il sito "San Giovanni in Venere" nel Comune di Fossacesia.
Il corso d’acqua è tristemente noto per la linea adriatica Gustav, il fronte meridionale che ha impegnato i Tedeschi in ritirata a nord e gli anglo-americani in avanzata a sud nell’autunno del 1943. Il Moro fu teatro di una delle più cruente battaglie nel periodo della liberazione.
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