Glossario

A

Anello di prua: Anello di acciaio fissato vicino all'asta di prua per ormegiare lo scafo.
Antenne: Bracci della nicossa su cui era armata la rete.
Asta di prua  poppa: Parte terminale solida della chiglia verso prua - verso poppa.
Aspero: Zona di scogliera sommersa di fronte alla costa ortonese che trae origine dalle colline erose dal mare.

B

Bugliolo:
Secchio in legno o .ferro zincato, spesso con manico di corda.

C

Cala:
Accessa al mare dalla collina retrostante.
Cambretta: Piccolo ripostiglio cornpreso fra la copertina di prua o di poppa e le murate dello scafo
Cavallina: Zona di mare al limite della locale piattaforma continentale.
Cerata: Irnpermeabile grezzo usato a bordo.
Chiglia: Orditura pnncipale della barca che si articola fra l'asta di prua e quella di poppa su cui sono innescate le corve.
Cima: Corda in genere.
Ciuccio: Galleggiante legato con una sagola sul cocollo per poterlo ritirare in caso di necessità.
Cocollo: Sacco interno della rete
Coffa: Cesto di vimini e canne per contenere parancali o pesce.
Crispelle: Frittelle tipiche della vigilia di natale.

D

Delfiniera:
Asta in acciaio che terminava posteriormente con un occhiello dove veniva assicurata una sagola a sua volta fissata a bordo sul gancio di prua. L’attrezzo era chiamato anche lanciatore perché veniva usato a mo' di lancia per catturare i delfini che in alcuni periodi dell'anno amavano avvicinarsi alla costa e giocare molto vicino alle barche. Sulla parte anteriore il lanciatore aveva articolato un coltello penetratore che poteva ruotare sul centro e che nella sua parte a monte era reso fisso da un anello che scorreva quando incontrava la resistenza della carne del pesce, liberando il coltello stesso che si poneva di traverso inpedendo al lanciatore di tornare indietro.

F

Falchetta:
Tavola generalmente in olmo, che copre la murata e regge le scalmiere.
Fasciame: Tavole di collegamenti fra le corve che costituiscono la murata.
Ferro: Ancora.
Ferruccio: È la seconda (di mezzo) punta dell'aspero ad Ortona.

G

Gassa:
Cappio a forma di anello realizzato all'estremità di una cima.

I

Imbando:
Tratto allentato o sciolto di un cavo: andare in bando, detto di cavo: allentarsi.

L

Lenza:
Filo di canapa o di nylon su cui venivano armati gli ami per la pesca al traino.

M

Mangolo:
Perno inlegno incastrato sulla falchetta e articolato fra le corve che veniva usato come punto di forza su cui far presa sullo scafo.
Mascone: Fasciame della murata che sta a destra o a sinistra della prua.
Mezzo marinaio: Asta con gancio terminale per le operazioni di bordo - asta di scosto.
Minio Piombo: Vernice rossa ricca di piombo e olio di lino cotto per rinforzare la resistenza all'acqua di mare del legno lavorato.
Murata: Parte laterale dello scafo che va dalla linea di galleggiamento alla falchetta.

N

Nassa: Gabbia di vimini o fili metallici, con apertura a imbuto dal bordo rovesciato all'interno in modo che il pesce non riesca ad uscire.
Nicossa: Attrezzo da pesca armato sulla barca con la funzione di un trabocco mobile.

O

Opera Morta:
Parte emersa dello scafo.
Opera Viva: Parte immersa dello scafo.

P

Paiolo, paiuolo:
Dialett. per Pagliolo. Tavola che copre l'interspazio di sentina sul fondo interno della barca. Linsieme è il paiolato, pagliolato.
Palamaro: Cavetto dí nylon a cui sono attaccati gli ami nel parancare.
Palancola: Trave in legno (quercia) che veniva posta sotto la barca per consentire un agevole scorrimento per l'operazione dí alaggio.
Panaro: Cesto di vímini e giunco per il trasporto del pescato.
Paracoccio: Piccola imbarcazione (10-12metri) che, armata di vele, serviva per la pesca notturna generalmente a strascico.
Paraggio: Tratto di mare compreso fra due paralleli di latitudine per lo più, vicino alla costa.
Paramezzale: Tavola che sulla parte interna corrispondente alla chiglia collegava tutte le corve.
Parancale: Lenza con più, ami, formata da un corriere e dai palamari, corti fili di nylon su cui sono attaccati gli ami.
Paranco:
Sistema di carrucole per sviluppare notevole forza di tíro e per íl sollevamento e i carichi.
Pariglia:
Coppia di remi corrispondenti.
Parò:
Capo barca e capopesca.
Pedarola: Rete cornposta da due pareti uguali con maglie sempre più piccole verso il centro dove c 'era il cosiddetto sacco o cocollo destinato a contenere il pesce, le pareti erano armate e fatte in modo da toccare contemporaneamente il fondo e la superfície del mare.L’ingegno era quindi destinato a pescare su fondali bassi, al massimo di due o tre metri. Al cocollo c'era legato generalmente un gallegiante che serviva a due scopi, quello di poter tirare indietro la rete in caso di difficolta, e quello di vedere il centro in modo da tenerla bilanciata.
Piazzetta del pesce: Piazzetta nel cuore di Terravecchia a Ortona nella quale venivano commercializzati i prodotti della pesca ed in parte anche della campagna.
Pidocchietto: Piccolo cinema nel quartiere di Terravecchia a Ortona.
Pietra di paragone: Pietra sulla quale si strofinavano gli attrezzi da taglio per migliorare la capacita di taglio.
Premiteccia: Ghiera montata sull'asse dell'elíca capace di interdire l'accesso dell'acqua premendo una treccia insevata.
Punta Lunga: È la prima delle tre punte che compongono l’aspero fra lo Scalo e il Riccio ad Ortona.

Q

Quartara:
Recipiente di terracotta destinato prevalentemente alla conservazione degli alimenti.

R

Rampino:
Sistema di tre ancorotti collegati ad un'asta in acciaio, occorrente per il recupero o l'aggancio dei matenali.
Retante: Addetto alla riparazione delle reti.
Rezzaglio: Rete costituita normalmente da un cerchio fatto da un rametto di arbusto leggero e sicuro su cui si armava il primo giro di maglie, al cerchio (capistrello), veniva ancorata la legatura del primo giro di maglie, di norma quarantacinquee , da li, partiva la rete vera e propria; la grandezza delle maglie scaturiva dal diametro del morello usato per fare la rete. Il morello era un cilindro dal diametro di circa due centimetri e della lunghezza da otto a dieci. Veniva realizzato con una canna seccata e ben lucida e incavata dalla parte tra un nodo e l'altro. Da lì ogni tre maglie e quindi per quindici volte si metteva una falsamaglia (crescenza) che sarebbe andata avanti fino alla fine, conferendo alla rete una superficie tonda. L’altezza della rete, poi, variava dai due metri ai tre, sviluppando una circonferenza dai dodici ai venti metri. Quelle con le dimensioni più grandi erano veramente difficili da usare.
Ritorna: Scoglio che si trova a circa cento metri dalla riva dietro il faro del castello di Ortona.
Romenta: Dialett. Rifiuti, ciò che deve essere buttato.
Ronca: Nome popolare dell'imbarcazione “Nicolina” affondata il 2l marzo del 1951.

S

Sagola: Spiaggia a sud del Porto di Ortona.
Saraceni: Pezzo di corda per legare attrezzi o altro.
Sbarzocco: Addetto allo sbarco e all'inoltro al mercato del pescato.
Scalandrone: Scala in legno che collega il bordo della nave. Insieme di palancole che, collegate fra loro, costituiscono lo scivolo nei cantieri di alaggio.
Scalmiera: Rinforzo della falchetta su cui è innestato lo scalmo.
Scalmo: Perno su cui si articola il remo.
Scalo: Zona ghiaiosa prospiciente la foce del Peticcio ad Ortona.
Scaroccio: Spostamento laterale subito da un’imbarcazione rispetto alla rotta per effetto del vento o delle correnti marine.
Sciabica: Rete a strascico per le pesca in fondali bassi.
Sessa: Attrezzo in legno con manico incorporato per raccogliere l’'acqua in particolare fra le corve.
Sprofondo o Pelago: Modo ortonese di definire la zona con un fondale di     circa duecento metri che inizia a circa trenta miglia dalla costa.
Staffettista: Persona che per i suoi servizi veniva ricornpensato con la staffetta, una porzione del pescato paragonabile a quella del mannaio.
Stiata: Dialet. Tirata.
Stropo: Anello di corda che collegalo scalmo al remo.
Sughero: Corteccia lavorata dell'albero relativo usato come galleggiante.

T

Tartanone:
Scoglio di grandi dimensioni siituato tra la seconda e la terza punta dell'aspero ad Ortona.
Terravecchia: Quartiere di Ortona cornprendente San Tommaso e il Castello.
Topolino: Píccolo peschereccio a motore - paranze e paraccocci riconvertiti.
Torre Mucchia: La terza punta dell'Aspero prima del Riccio,a Ortona.
Tramaglio: Tipo di rete formata da tre teli paralleli e sovrapposti tesi verticalmente sul fondale per mezzo di piombi e galleggianti, rete da posa.

V

Vuolica:
Dialett. Attrezzo con rete a sacco e manico lungo per cattura e raccolta del pesced al mare.

Z

Zona:
Foro con relativo tappo,praticato dall'esterno in sentina per lo scarico dell'acqua quando la barca veniva tirata a secco.
Zona Martello: È la parte del Molo Nord di Ortona con il pennello di ormeggio.
Realizzato da NEAMEDIA snc